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martedì 6 luglio 2010

Ho guardato i miei figli dormire

Questa notte, preda di un'ansia improvvisa che mi rendeva difficile prendere sonno, ho guardato i miei figli dormire.

Nei loro lettini che ho posizionato sul fianco sinistro e ai piedi del mio letto, sonnecchiavano placidamente.
Improvvisamente ho avuto paura di sbagliare; e se stessi adottando un metodo educativo  inadatto?, e se da grandi mi rimproverassero di non aver saputo guidarli al meglio?.

I miei pensieri nascevano dalla consapevolezza di aver sbagliato ieri mattina  nel rimproverare il più grande perché mi disubbidiva. Non era questa in realtà la causa del mio malessere.

A farmi saltare la mosca al naso non erano i capricci di mio figlio ma gli atteggiamenti della nonna che come sempre mi scavalcava nell'educare il bambino. Fatto è che ho iniziato, mio malgrado, a tormentare il piccolo per tutto e, me lo riconosco, mi sono comportata da vera stronza con lui.

Più tardi gli ho chiesto scusa ma il senso di amarezza non sono riuscita a scrollarmelo di dosso.

Così mentre il piccino dormiva nella sua posizione preferita; pancia in giù con guanciotta schiacciata per metà dal cuscino e bocca semistorta a forma di cuoricino sbilenco e sbavante, il più grande alternava momenti di quiete a improvvisi respiri smorzati e tremolanti.

Stava avendo un incubo. D'istinto mi sono chinata sul suo lettino e l'ho accarezzato piano sulla guancia mentre una lacrima amara mi ha rigato il viso; mi sentivo tremendamente in colpa.

Dopo averlo rassicurato tenendo la  mano calda poggiata sul suo cuoricino in fermento, con mio gran stupore e meraviglia ho visto nascere sul suo bel visino, un sorriso che, nella stanza buia, illuminata solo da una lampada sul comodino,  ho creduto  fosse rivolto a me e a me soltanto. Dopo finalmente ho trovato la pace.

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