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mercoledì 28 marzo 2012

Neve ad Anagni

Lo spettacolo della neve non è frequente al mio paesello.
Eccetto che per qualche sporadica nevicata che non arriva nemmeno alla sera, i nostri tetti restano sempre del colore originario.






Da venerdì mattina invece qualcosa è cambiato, al nostro risveglio la città e fin dove l'occhio arriva, ha cambiato colore. Un candido, accecante ed immacolato bianco ha preso il posto del verde e del cemento.
Ho raccolto molte foto fatte dai miei paesani e pubblicate su facebook ed ora le voglio postare qui sul mio blog, testimonianza di come lo spettacolo della natura riesce sempre a stupire non essendo mai banale. Certo molti abitanti della Ciociaria stanno vivendo questo prodigio con non pochi disagi,visto che da giorni sono rimasti senza acqua, luce e gas. Come al solito le autorità competenti si sono palleggiate la colpa di tale situazione e finalmente dopo 72 ore un'elicottero della protezione civile si è deciso a portare coperte e viveri alle comunità montane  rimaste isolate dalla civiltà. Io però devo credere che la Natura non voglia mai esibirsi per arrecar danno ma per dar piacere. Anche in questo caso è l'uomo che viene meno ai suoi doveri e non Madre Natura.


pancake americani

Ecco una ricetta facile e veloce per gustare i deliziosi pancake americani .
Ho applicato alcune varianti alla ricetta originale per velocizzare un pochino i tempi di preparazione senza nulla togliere al gusto e per renderli più leggeri, avendo io stessa deciso di ritrovare la ahimè perduta linea.



ingredienti:
  • 200 ml di latte
  • 1/2bustina di lievito
  • 140gr di farina
  • 1pizzico di sale
  • 20gr di zucchero
  • 3 cucchiai di olio di semi di girasole
Versare il latte e l'uovo in una caraffa stretta ed alta quindi emulsionare con un minipimer
aggiungere zucchero, sale, farina e lievito e continuare allo stesso modo dal basso verso l'alto ed infine aggiungere l'olio.
continuare ad impastare fino ad ottenere una crema densa ma non troppo collosa 
se dovesse venire troppo liquida aggiungere un po di farina e se troppo densa diluire con poco latte.

scaldare una padellina di dimensioni ridotte leggermente unta con poco  olio,  quindi versarvi due o tre cucchiai di  impasto cercando la dose che vi soddisfa poichè maggiore sarà la quantità dell'impasto versato e più grande sarà il pancake.Quando vedrete delle bolle come nella foto, sul vostro pancake , giratelo con una spatola piatta.




noi li abbiamo gustati con miele di acacia ma si prestano a molteplici farciture , la più classica delle quali è lo sciroppo d'acero difficile da reperire dalle mie parti.



lunedì 26 marzo 2012

poesia di pablo neruda

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,chi non cambia la marcia, chi non rischia e non cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.


Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i", piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.


Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.


Lentamente muore chi non legge, chi non viaggia, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.


Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.


Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità...

PABLO NERUDA.

martedì 20 marzo 2012

Arboricoli

Quando si parla di ecologia ed ambientalisti la mente corre inevitabilmente alla natura e magari ad un bel bosco fitto e silenzioso, il cui incanto è spezzato  di tanto in tando da qualche ramo che si rompe o da una castagna che cade col suo riccio. Ed è proprio di castagne o meglio  di boschi di castagne che voglio parlare in questo post. Pare infatti, ed è il primo in Italia, che in Piemonte fra i boschi dei Monti Pelati, vive una comunità arboricola che è perfettamente integrata nell'ambiente e che ha costruito le proprie case ad un'altezza di sei o sette metri da terra, servendosi di grossi tronchi e di alberi come supporto. Queste abitazioni non sono affatto prive dei comfort di cui beneficiamo noi "terrestri", grandi e confortevoli sono unite tra loro da passerelle e scalette attraverso le quali gli undici abitanti tra cui una piccina di un'anno di vita, restano collegati tra loro anche senza dover mettere piede a terra e si riuniscono nelle ore dei pasti, annunciate dal suono di una conchiglia, in una grande sala.
Sembra una favola incantata ma i protagonisti di questa bella storia non mancano di raccontare delle difficoltà cui vanno incontro per esempio nel costruire le loro casette senza l'ausilio di mezzi meccanici. I materiali necessari per edificare queste strutture viene infatti tirato su da carrucole e con la forza delle braccia dei volontari. Tutto viene fatto rispettando l'ambiente che li circonda ed il risultato è pace ed armonia non'chè una massiccia dose di aria pura.
Confesso che ogni qualvolta che i miei occhi si posano su di un bell'albero dal tronco imponente e dai rami resistenti, vi costruisco sopra una mia casa ideale; queste persone hanno preso un sogno e lo hanno trasformato in realtà, a loro va tutta la mia ammirazione.

Per saperne di più seguite il link qui sotto.
http://xl.repubblica.it/dettaglio/39101

venerdì 2 marzo 2012

la cura per l'anima

La vita è un'altalena di emozioni, di momenti, di gioie ma anche di dolori che arrecano danno alla nostra anima, perché si insinuano in noi come pericolose erbacce difficili da estirpare. 
Tutti abbiamo i nostri scheletri negli armadi e per alcuni questi scheletri diventano fantasmi che tormentano a tal punto da non lasciare più spazio per la serenità.
Depressione, ansia, tachicardie e sofferenze varie sono la diretta conseguenza degli scherzi fatti da questi spiriti alla nostra anima. Ma essi non sono immortali, possono essere eliminati dal nostro essere con un colpo di spugna imbevuta della nostra umiltà.
Dobbiamo avere il coraggio di perdonare e perdonarci...di accettare tutto quel che è stato come inevitabile e forse necessario per renderci quello che siamo, e che siamo diventati. Anche nel peggiore dei casi dobbiamo amarci, siamo belle anime e meritiamo una vita felice.
La vita, un dono così prezioso e così sottovalutato. Il tesoro che tutti abbiamo e che non sappiamo apprezzare. Perché invidiare le ricchezze materiali quando sputiamo su quella più preziosa che c'è stata data non senza sacrificio e che non riusciamo ad amare come è giusto che sia? 
Non sono una persona adatta a dispensare perle di saggezza ma sono una che è riuscita a capire (non da sola) come poter perdonare e liberarmi di una parte  di quella spazzatura che la mia anima si trascinava dietro fin dalla nascita. Ho vissuto nel dolore fin da bambina e, ormai adulta, il peso era diventato talmente pesante da costringermi a non vivere ma sopravvivere. Oggi non è più così ed è tutta un'altra musica. Oggi guardo alla vita con occhi diversi e mi godo i piccoli momenti.
Per farlo ho dovuto affrontare un percorso assai doloroso. Tutti sappiamo cosa ci fa male. Ognuno di noi conosce perfettamente l'ingorgo che impedisce ai propri pensieri di scorrere sereni. Senza saperlo sabotiamo volutamente la nostra felicità.
 Riflettiamoci su
Lasciate la vostra mente pascolare liberamente, lasciate che vi conduca  là dove risiede il problema. Vi accorgerete che non riuscirete ad affrontare determinati argomenti. Anche  solo sfiorare certi pensieri vi provoca un dolore al centro dello stomaco. E' su questi fardelli che dovete lavorare e costringervi ad aprire la ferita. Prendete un foglio e buttate giù qualche riga,
riguardo ai pensieri che affrontate con difficoltà , poi una volta fatto trovate qualcuno che meriti di leggere...qualcuno che possa ascoltarvi senza giudicare e del quale vi fidate ciecamente. Questa ricerca è forse la più difficile e se proprio non trovate nessuno rivolgetevi ad un sacerdote.
Il passo successivo sarà quello di vuotare il sacco senza più remore...la verità nuda e cruda per quanto orribile vi possa sembrare. 
Fatto questo si arriva al passo forse più impossibile da compiere ma impossibile non esiste per noi che abbiamo intrapreso la strada della "redenzione".(la cui definizione dal dizionario è: pagamento di un riscatto per liberarsi dalla propria  COMPULSIONE)
Dobbiamo perdonare chi ci ha arrecato anni ed anni di oscuro dolore......perdoniamoli per noi stessi, che lo meritino o no. E' un salto di qualità che facciamo perché ci vogliamo bene ed amiamo la nostra vita. Ripetiamolo spesso " IO MI AMO, IO MI VOGLIO BENE". quindi perdoniamo noi stessi.
Tutto questo iter è complicato e per chi volesse avventurarsi in questa esperienza, andrà di certo incontro a momenti bui in cui l'unica via d'uscita sembrerà quella di abbandonare tutto,  momenti in cui  la voglia di ritornare al vecchio stile sarà allettante. Ma indietro non si torna. Una volta aperto il vaso di Pandora bisogna lasciare uscire tutti gli spiriti ed affrontarli uno ad uno per potersene liberare per sempre. Credetemi, niente sarà più appagante della vittoria e non sono  solo promesse. Accadrà e la vita vi sembrerà aver acquistato una nuova gamma di colori più brillanti.
Il benessere che ne deriva sarà duraturo nel tempo e vi permetterà di essere migliori non solo nel sentire ma anche nell'agire.
Una  volta raggiunto questo traguardo, ho visto in me un'aumento del mio  potenziale. Riuscivo in tutto quello che facevo e lo facevo bene. 
Ecco questo è quanto. Scrivere  questo post non è stato facile, l'ho fatto nella speranza di dare una mano a chi, come me, si vede bloccato negli affetti e nelle azioni senza saperne il motivo.
Vorrei che queste mie parole arrivassero a chi vuole andare avanti senza più doversi guardare indietro, a chi non si sente abbastanza bravo, a chi pensa di non essere all'altezza e a chi semplicemente si isola per paura di soffrire.
La chiave di tutto è il perdono.
Auguro a voi tutti buona riuscita.